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Nell'aprile del 1588, a pochi mesi dall'ascesa al potere di Vincenzo I Gonzaga, ventiquattro musici di origine mantovana, per volontà del nobile Alfonso Preti, si prestano ad un progetto compositivo comune realizzando una pubblicazione dal titolo "L'amorosa caccia". L'opera, costituita da ventiquattro madrigali a cinque voci, seppur riscuota al momento un discreto successo, lentamente viene dimenticata, lasciando traccia di sé solo in alcune citazioni. Il libro di Stefania Lanzo vuole riproporla, ripercorrendone le vicende e interpretandola come un reperto musicale in cerca della propria storia, dei propri autori, della propria voce. Il tentativo di rispondere ai molti quesiti che l'opera pone, diviene spunto per svelare un tessuto pulsante di relazioni tra corte, chiesa, accademia e musici, offrendo l'opportunità di tracciare in un quadro organico aspetti significativi del pensare e del fare musica nella Mantova di fine Cinquecento.